Le ombre del Demone by SILVER Eve

Le ombre del Demone by SILVER Eve

autore:SILVER Eve
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-6508-138-9
editore: Abyssinian
pubblicato: 2012-02-29T16:00:00+00:00


Capitolo 16

Amy Lassiter strinse le dita attorno al bicchierone di carta del suo maxi macchiato magro al caramello e osservò l'interno dello Starbucks. Il locale era praticamente vuoto. Solo un tavolo era occupato, verso il fondo: quattro donne che chiacchieravano e ridevano, un rumore che grattava sui nervi di Amy, facendola sentire ancora più sola.

La notte prima aveva ucciso. Si sentiva esausta, svuotata. Schifosa. E non riusciva a togliersi dalla testa quel ragazzo...

Afferrò il bicchiere con entrambe le mani e lo sollevò, ci soffiò un po' guardando imbronciata la strada piena di gente oltre la vetrina. Un brivido le percorse la schiena e si chiese da dove venisse quella corrente d'aria. Dio, aveva un freddo... Negli ultimi tempi aveva sempre un freddo cane.

Sorseggiò il caffè senza gustarselo, sperando solo che la scaldasse. Vedendo la strada fangosa per la neve e i passanti imbacuccati là fuori, pensò che sarebbe dovuta andarci davvero in Messico, anche se Vivien non voleva accompagnarla. Ma all'ultimo minuto, con le valigie pronte e il taxi ad aspettarla giù si era tirata indietro, decidendo che non poteva farlo e basta.

Forse per via di quello che era successo la volta precedente. Forse era per quello che non era voluta andare da sola. I ricordi, specie quelli brutti, sono una cosa orrenda.

Una Ferrari gialla si parcheggiò vicino al marciapiede, qualche negozio più in giù. Il ragazzo che ne scese attirò l'attenzione di Amy. Decisamente sexy. Capelli scuri, corpo perfetto, lineamenti scolpiti. Il suo modo di muoversi trasudava eleganza e forza, ed emanava una sorta di energia, un'impressione di... Scosse la testa, non sapendo dire di preciso cosa avesse di tanto affascinante.

L'uomo fece il giro dell'auto e aprì lo sportello del passeggero, chinandosi a parlare con una persona. Amy scorse per un attimo la donna nell'auto, sbatté le palpebre e guardò ancora. Quasi si strozzò col caffè.

Vivien?

No, non erano i suoi capelli quelli, troppo corti, e poi Vivien non veniva in città se non per lavoro. Diceva che odiava la folla e che ultimamente stare in mezzo a troppe persone la metteva a disagio. Era una delle ragioni per cui non era voluta andare in Messico. Tutta quella gente all'aeroporto, sull'aereo, nei ristoranti, nei locali.

Il bel ragazzo annuì, chiuse lo sportello e si avviò verso Starbucks. Amy tremò. Era incantata dai suoi movimenti così controllati, sicuri. Qualcosa fremette in lei, un bisogno segreto, potente e spaventoso. Non lussuria: qualcosa di più oscuro. Aveva voglia di risucchiare quella spavalderia così maschia, di ridurla a zero.

Girando sullo sgabello, la ragazza lo guardò tenere la porta per la signora anziana che lo precedeva. Lo sguardo di lui scivolò su Amy impersonale, poi tornò indietro, acuto e vigile. Come se la vedesse. Non solo il suo corpo, ma dentro, nella parte più impervia della sua anima, quella che diventava ogni giorno più forte e che lei iniziava a temere. La parte che non era realmente lei.

Sussultò appena e abbassò lo sguardo, convincendosi che fosse solo la sua immaginazione. Dopo un secondo, il ragazzo raggiunse il bancone e ordinò un tè e un caffè.



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